“Chiediamo come si impegneranno ad abbattere le disuguaglianze e valorizzare il potenziale di genere. Desideriamo che i candidati esplicitino quali saranno le politiche volte alla prevenzione e al contrasto della violenza”
articolo originale su globalist.it
In vista delle prossime consultazioni per l’elezione del presidente della Regione Sardegna, Luisanna Porcu femminista storica del nostro territorio e attivista a livello nazionale e internazionale, in qualità di portavoce di un numeroso gruppo spontaneo di donne, chiede ai possibili governatori quale sia il loro programma a supporto delle donne, a prescindere dall’aver siglato i cinque punti della “Carta di impegni per la parità” scritta dalle donne del Coordinamento 3 Sardegna.
La condizione della donna nel nostro Paese ha visto negli ultimi anni un arretramento su aspetti fondamentali, a partire dalle condizioni economiche e del lavoro fino al progressivo sgretolamento sul piano dei diritti.
I grandi mutamenti in atto incidono pesantemente sulla vita delle persone e delle famiglie e ricadono principalmente sulle spalle delle donne.
Secondo i dati del Ministero del Lavoro, in Sardegna negli ultimi due anni hanno lasciato il lavoro 1472 persone e l’84% sono donne tra i 29 e i 44 anni in grandi difficoltà con la conciliazione del lavoro con il carico di cura.
Ai presidenti possibili chiediamo quale sia il loro programma per una Regione attenta ai bisogni delle persone, rispettosa delle differenze e capace di valorizzare le risorse di tutte e tutti, a partire dal sostegno e dalla partecipazione attiva delle donne e delle loro organizzazioni.
Alla luce del principio di sussidiarietà, il territorio è il primo e più immediato garante dei diritti umani per tutte e tutti coloro che lo abitano. Chiediamo come la loro politica guardi al futuro a partire dalle donne, dalle loro risorse e dai loro bisogni.
Desideriamo capire come i vari candidati declineranno azioni per un Regione più inclusiva e più accogliente.
Una Regione dove in tutto il territorio sia possibile conciliare in un’ottica di welfare generativo, lavoro e tempi di vita. Tempi dedicati alla cura della famiglia, dei figli, degli anziani, dei disabili che ad oggi impegnano le donne in modo sproporzionato rispetto agli uomini, talvolta anche in maniera totalizzante, senza un debito riconoscimento sociale ed economico.
Chiediamo come si impegneranno ad abbattere le disuguaglianze e valorizzare il potenziale di genere. Desideriamo che i candidati esplicitino chiaramente quali saranno le politiche volte alla prevenzione e al contrasto della violenza contro le donne, che non è “un piccolo pezzetto” sulla quale la politica deve andare a lavorare, in quanto la violenza attraversa tutti i settori della società, quindi non è un problema ma è il problema.
Come donne vogliamo sapere in che modo il futuro Presidente tutelerà il nostro diritto all’interruzione di gravidanza negli ospedali pubblici e se la tutelerà, come si posiziona la sua politica rispetto al DDL Pillon e come si porrà davanti alle agenzie di comunicazione rispetto alle pubblicità sessiste o a linguaggi lesivi della nostra dignità.
Ci piacerebbe che ogni Presidente possibile risponda a noi tramite gli organi di stampa o comunque comunicati pubblici.