La storia di Laura Massaro riporta l’attenzione sulla Sindrome di Alienazione Parentale, sindrome senza alcuna evidenza scientifica, che purtroppo nei nostri tribunali molto spesso viene usata contro le donne sopravvissute alle violenze.

La psicologa della nostra associazione, Luisanna Porcu, ci spiega cosa accade.

“Le donne molto spesso hanno dei figli che a loro volta sono delle vittime di violenza diretta o assistita. Il Centro mette a punto dei percorsi di riparazione del danno per i bambini e per le donne come “madri”.

La letteratura scientifica sul trauma afferma che come un’esperienza negativa danneggia il funzionamento di un bambino, altre esperienze positive e riparative, possono ridare una funzionalità corretta a delle aree che si sono messe a lavorare scorrettamente. È da qui che parte la nostra metodologia di lavoro, mettiamo quindi a punto azioni di buon trattamento come alternativa multiforme al maltrattamento all’infanzia; partendo dal presupposto che per contrastare il maltrattamento non basta individuarlo e fermarlo come spesso si fa, ma bisogna sostituirlo con altro.

I bambini all’interno dei nostri centri fanno percorsi eccellenti di elaborazione del danno, sperimentano altri modelli di pensiero e di comportamento, stabiliscono un forte rapporto di fiducia e alleanza con la madre, unico genitore protettivo, ma poi c’è lo scontro con la realtà giudiziaria dove, per legge, nei casi di separazione l’affido è congiunto.

Nei casi di violenza non dovrebbe essere così, ma poiché in Italia molto spesso si confonde la violenza con il conflitto, purtroppo quando le donne chiedono la separazione viene contemplato l’affido congiunto al padre violento, il quale poi usa il bambino per continuare a maltrattare ed esercitare potere e controllo sull’ex partner e dove nessuno sembra tenere in considerazione che la violenza alle madri e ai bambini non si ferma con la separazione e, quando i bambini chiedono di non vedere più il padre, psicologi, psichiatri e avvocati si appellano alla cosiddetta PAS (Sindrome di alienazione parentale).

Si tratta di una “sindrome psichiatrica” inventata dallo psichiatra americano Richard Gardner, il quale afferma che il bambino Pas, è un bambino manipolato dalla madre per rifiutare il padre, e che eventuali denunce di abusi e maltrattamenti paterni sarebbero falsi. La terapia che Gardner propone è una terapia coatta, dove il bambino deve essere allontanato dalla madre (genitore alienante) al fine di agevolare il rapporto con il padre (genitore alienato). Il bambino per Gardner non deve essere creduto e prescrive al terapeuta di ignorare le sue lamentele e di adottare delle tecniche per forzare il bambino a vedere il padre, come per esempio dirgli che la madre andrà in prigione finchè lui non si deciderà ad incontrare il padre. Tale sindrome non è provata da alcuna ricerca scientifica, non è mai stata integrata nelle varie edizioni dei DSM e l’associazione degli psicologi americani mette in guardia gli psicologi forensi dall’utilizzarla.

Mentre negli Stati Uniti Gardner venne espulso a vita dall’università con la motivazione che “era ignorante nella disciplina di psichiatria e incapace di ragionare secondo il metodo scientifica” da noi in Italia si fa diagnosi di PAS.

È con forza che dobbiamo affermare che su una diagnosi inesistente, fondata su scienza spazzatura, nessun bambino può essere allontanato dalla madre.”

#siamotuttelaura